Lantaca Ucasi

Il mondo fila liscio solo fino a quando ti accorgi che non è vero.

Ora faccio un piccolo esempio con una domanda in mente: chi è quel genio del male che ha pensato tutto ciò?

Argomento: burocrazia sanitaria. [more]

Sono un lavoratore dipendente, in caso di malattia l’organo sanitario a cui faccio riferimento è l’inps.
Mi ammalo ed ho la febbre alta.
I parenti non sono raggiungibili perché sono in viaggio, sono morti o non ci parlo da secoli.

Devo comunicare all’inps ed all’azienda che sono in malattia tramite certificato medico entro le 48 ore dalla prima ora di assenza sul lavoro.
Il mio medico curante passa a farmi la visita il giorno dopo la prima assenza sul lavoro. Sono già trascorse più di 24 ore.

Il certificato medico deve essere spedito in azienda tramite raccomandata o fax, questo presume che io disponga di fax in casa (e chi ce l’ha?) o di un computer con scanner (e chi non ha uno scanner oggi? io no, figuriamoci qualcuno con 20, 25 anni in più, forse non ha nemmeno il computer) o che l’ufficio postale sia nel solito palazzo in cui vivo, così, anche se ho la febbre a 38 e mezzo posso andare a spasso per le scale, ed inoltre il certificato deve essere timbrato presso l’ufficio Inps di zona.

Ecco, il punto è questo: se il medico curante prescrive 3-4 gioni di malattia, nei quali il malato DEVE rimanere in casa per curarsi, perché si da per scontato che, nelle ore in cui la malattia è più grave cioè le prime 48, questi possa tranquillamente andare a spasso per la città per dimostrare che è malato all’inps ed all’azienda?

Io, che sono poverino tutto malandato e dolorante mi devo fare 2 palle così andando a passare 2 ore all’inps a timbrare il certificato, passare dal tabacchino per fare il fax mentre ho la febbre, poi andare a casa e nel giorno e mezzo di malattia rimanete dalla prescrizione curarmi una malattia che nel frattempo si è aggravata.

Ritornando alla domanda iniziale: chi è quel genio del male che ha pensato tutto questo?