Mercoledì, Novembre 2, 2011

Riciclo delle ceneri dalla termovalorizzazione di Rifiuti Solidi Urbani

Dal Corriere della Sera

Le ceneri dei rifiuti solidi urbani
diventano mattoni

Invece di finire in discarica, il composto può essere utilizzato in varie applicazioni per l’edilizia sostenibile

Manufatti in Matrix (da Officina dell’ambiente) PAVIA – Plastica, carta e cartone, vetro e alluminio. In molti Comuni, poi, si differenzia anche l’umido, gli scarti di cibo. E per il resto? C’è il sacco dell’indifferenziato. Nessuno, neanche il cittadino più virtuoso, può fare a meno del famoso «sacco nero», quello dove finisce dentro di tutto: il pattume che va all’inceneritore e, una volta ridotto in polvere, viene gettato in discarica. Con tutti i costi ambientali e di gestione connessi. Eppure un sistema per rinobilitare il cosiddetto «rifiuto dei rifiuti» esiste. E si trova in mezzo alla pianura Padana, a Lomello, in provincia di Pavia.
DAL RIFIUTO AL MATTONE - L’Officina dell’ambiente è un’azienda che trasforma le ceneri dei rifiuti solidi urbani in un componente utilizzabile nel settore dei laterizi: «Le scorie che provengono dai processi di termovalorizzazione sono un materiale eccellente, costituito da un mix eterogeneo, ma allo stesso tempo stabile e ripetitivo, di materiali inerti. L’ideale per il settore dell’edilizia», commenta Luigi Radice, responsabile dello stabilimento di Lomello. All’ingresso i camion vengono controllati per verificare che il rifiuto sia conforme alle normative: «L’intero flusso di gestione del rifiuto è disciplinato da un protocollo approvato dalla Provincia di Pavia», commenta Alessandro Massalin, responsabile commerciale dell’azienda. Una volta depositata, la montagna di ceneri di rifiuti resta in stoccaggio per 50 giorni prima di passare alle fasi successive: «Si tratta di un insieme di trattamenti fisico-meccanici, come la vagliatura, la frantumazione, la separazione di materiali ferrosi e non ferrosi: nessun reattivo chimico viene utilizzato», prosegue Radice. Il risultato di questa lavorazione si chiama Matrix, una «ghiaietta» in grado di sostituire in buona parte la marna naturale: «A seconda della «raffinazione» del rifiuto, il composto può essere utilizzato per prodotti differenti: non solo il cemento, ma anche manufatti in calcestruzzo, mattoni e perfino asfalto e pavimentazione per arredo urbano», sostiene Massalin.

CHILOMETRO ZERO - Ogni giorno a Lomello vengono lavorate circa mille tonnellate di ceneri di rifiuti, che altrimenti andrebbero a finire in discarica. In questo modo si limitano le opere di escavazione per l’approvvigionamento di materie naturali e si evitano i problemi di smaltimento. Il materiale proviene direttamente dai principali termovalorizzatori dell’Italia settentrionale e sempre nel Nord viene venduto il prodotto: «Per mantenere la sostenibilità del sistema», spiega Mario Pinoli, consulente ambientale dell’azienda, «è necessario anche in questo caso applicare il concetto del “chilometro zero”: i lunghi trasporti sarebbero intollerabili sia da un punto di vista ambientale, che da quello economico». La fabbrica, costruita su un’area industriale dismessa, è autosufficiente dal punto di vista energetico: «Abbiamo un piccolo parco fotovoltaico e pannelli solari installati sui tetti dei capannoni. Inoltre la legge ci obbliga ad avere un depuratore per le acque reflue, che vengono utilizzate in parte per l’irrigazione del prato: nel 2008 abbiamo anche ricevuto il premio dell’Emas (l’ente europeo che rilascia le certificazioni ambientali ndr)». Parlando di rifiuti, si può pensare che l’azienda non abbia avuto vita facile con gli enti locali: «Al contrario», prosegue Massalin, «abbiamo un buon rapporto: innanzitutto non ci sono odori, inoltre, oltre ai controlli di routine, abbiamo fatto numerosi test che hanno dimostrato lo stato di salubrità dell’ambiente nei pressi dello stabilimento. Basta essere chiari: non siamo un impianto di stoccaggio dei rifiuti. Qui ne entra un solo tipo, che viene lavorato al punto da uscirne come “materia prima secondaria”».

EDILIZIA SOSTENIBILE - I cinque soci dell’azienda della Lomellina avevano individuato già dieci anni fa in quale direzione sarebbe andato il mondo dell’edilizia: «Il rispetto per l’ambiente rappresenta di sicuro il futuro di questo settore», conferma Alessandro Greco, professore di tecniche costruttive per l’edilizia sostenibile al corso di laurea in ingegneria edile-architettura all’Università di Pavia, «e sono convinto che l’impiego di materiali riciclati sarà sempre più consistente». Edilizia sostenibile però non vuol dire solo questo: «L’impiego di questo tipo di materiali va abbinato anche a una progettazione più consapevole, che porti l’edificio all’autosufficienza energetica e al conseguente risparmio per il proprietario». Per questo motivo sono diventate sempre più importanti le certificazioni ambientali, come l’americana Leed: «È una delle garanzie migliori che ci possano essere, perché pretende alti standard di sostenibilità degli edifici». E per quanto riguarda le spese: «I costi iniziali di progettazione sono un po’ più elevati, ma i benefici si vedono nel tempo: ad esempio con bollette meno salate a fine mese».

Nella provincia di Pisa, le ceneri del termovalorizzatore sono considerate Rifiuti Speciali Pericolosi. Per questo non potrebbero essere impiegati per un loro recupero, di nessun genere.
Resta scandaloso il fatto che le ceneri di RSU di una provincia siano giuridicamente diverse da quelle di un’altra. Ma siamo in Italia e non ci si deve scandalizzare di niente.

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