Giovedì, Luglio 2, 2015

Star party della franella tra Venere e Giove


2015-07-01_21.04.08.jpg

Ieri sera ho convocato uno starparty a casa dei miei, dove c’è un bell’orizzonte libero, per osservare insieme ad amici la congiunzione Venere Giove. Molto molto bella, ma una volta tramontati i due astri, ecco che parte lo scozzo tra il piccolo ED81S ed il restaurato newton Vixen 100/1000 di Gianluca. Oggetto del test sono stati Saturno ed una manciata di stelle doppie, poiché la luna piena ha reso impossibile fare osservazioni di globulari o altro.
Il test è stato un ulteriore banco di prova per valutare l’ottica del piccolo rifrattore, per confermare o smentire le precedenti considerazioni. Per incrementare la focale del rifrattore ho usato una Powermate 2,5x, accoppiata agli oculari Baader GO 6 e 9 mm, ed in taluni casi un vixen LVW 8mm, in modo da avere rispettivamente 260x, 174x e 195x. Col newton sono stati usati un GO da 5mm per ottenere 200x ed un Plössl da 6mm per ottenere 167x da paragonare agli ingrandimenti più prossimi del rifrattore.
Gianluca ha restaurato questo newton atipico, che ha il primario parabolico, ha fatto diminuire lo spessore delle tre razze porta secondario da Sergio, ha fatto rialluminare gli specchi da ZAN ed ha applicato il vellutino nero all’interno del tubo.
Dopo una collimazione accurata abbiamo convenuto che le prestazioni del tubo fossero davvero al massimo delle sue possibilità, peccato solo per il focheggiatore che davvero non rende come meriterebbe.

Abbiamo iniziato con Albireo, classica doppia, stupenda, bellissima. La resa cromatica del rifrattore era davvero bellissima, satura nel colore, luminosa, perfetta nella geometrica: due stelline puntiformi circondate da un unico ininterrotto anellino di diffrazione, tondo e sottile, ed un fondo cielo molto scuro, nonostante un cielo lattiginoso. Nel newton i colori erano un pochino più tenui, in generale l’immagine era meno luminosa, e con un briciolo di luce diffusa in più, oltre alla presenza, davvero molto contenuta, di 6 piccoli baffi dovuti alle 3 razze porta secondario. Per il resto la geometrica era davvero bella, segno di una collimazione davvero ben fatta.

Siamo poi passati alla doppia doppia della Lyra, sempre uno spettacolo. Tutte e due le doppie sono state separate senza problemi da entrambi gli strumenti, e la visione (in questo caso ho dovuto usare un diagonale prismatico baader T2 per non spezzarmi il collo essendo praticamente allo zenit) ha entusiasmato tutti i presenti, essendo per i più una novità.
Premetto subito che il diagonale ha dato l’impressione di introdurre una leggerissima dominate cromatica verde ai dischi di Airy, o almeno così mi è parso, ma soprattutto questi sono diventati 2 attorno alle stelle e non uno soltanto. Tolto il diagonale, la situazione è tornata quella precedentemente descritta.
Stesse prestazioni nel newton, ma stesse considerazioni precedenti, ovvero immagine lievemente meno luminosa e contrastata, ma stelle separate senza problemi.

Siamo poi passati a doppie difficili, la cui separazione è al limite della risoluzione di uno strumento da 81mm di diametro. Mu Cyg, separata di 1,5” con mag di 4.75 e 6.18, dove la secondaria cadeva proprio appena fuori l’anellino di diffrazione. Piccolissima ma percepibile nel rifrattore e nel newton ma con maggiore attenzione, Delta Cyg, separata di 2,71” coppia sbilanciata con mag 6.27 e 2.89, in entrambi gli strumenti sono state visibili entrambe le componenti, 52 Cyg separata di 6” di mag 8.23 e 4.2, ed infine la difficile pi Aqi, separata di 1,5” ma bilanciata con mag 6.34 e 6.75. In questo caso ho voluto spingere a 260 ingrandimenti, e la doppia si è palesata, formando un bellissimo piccolo 8 chi diventava un doppio OO. Nel newton invece non siamo riusciti ad apprezzarne la separazione in maniera così netta.

Dato che ero al massimo potere di ingrandimento possibile coi miei oculari, ho deciso di puntare su Saturno per vedere se riusciva ad essere ancora fruibile. Mi si è presentato un Saturno davvero definito, con la Cassini sempre visibile sulle anse, e con un po’ di concentrazione e calma, anche sul disco davanti al globo. Il pianeta presentava una evidente fascia chiara in zona equatoriale e si mostravano anche i suoi satelliti. Questo, voglio ribadirlo, sotto un cielo color latte. Bellissimo davvero. Nel newton invece la visione non è stata altrettanto appagante purtroppo. A titolo di confronto devo ammettere che col mio C9¼ saturno lo vedo meglio, ma è meno bello, non so se rendo l’idea.

In conclusione devo dire che il piccolo ED81S si riconferma uno strumento straordinario, capace di regalare un bel divertimento in una serata, a patto di usarlo in ambiti a lui congeniali, che non sono l’osservazione degli oggetti deboli ovviamente.
La sua Apocromaticità in visuale è comprovata, usando oculari di buona fattura non si percepisce alcun residuo nemmeno su venere basso sull’orizzonte.

Altri aspetti non secondari della serata:
Il newton di Gianluca ha sfoderato prestazioni paragonabili al rifrattore da 81mm, il che la dice lunga sulla qualità ottica di cui è dotato. Le stelle a fuoco presentavano dei bei dischetti di diffrazioni, tondi e ben centrati. Lo star test personalmente non l’ho fatto, mi sono accontentato delle immagini a fuoco. Dei newton io non sono un amante, mi infastidiscono parecchio gli spikes, non mi piacciono nemmeno in fotografia, ma questo esemplare, dotato di una crocera a tre razze, ne genera 6, molto piccoli e poco luminosi, per cui lo preferisco di gran lunga a quelli tipici a croce. Si notava un po’ di luce diffusa in più, imputabile all’ostruzione, aspetto tipico della configurazione ottica, ma nel complesso ha dato le stesse soddisfazioni sulle stelle doppie. Invece ha sofferto nella visione di Saturno, dove l’immagine non era nitida e quindi meno godibile rispetto al rifrattore.
Nota dolente invece per lo Starbook Ten, battuto dal SynScan della EQ3 di Gianluca. Proprio così. Nel database ci sono oltre 200000 oggetto SAO, solo che non esiste un menù o una lista per richiamarli. Le doppie che abbiamo osservato, ad eccezione delle stelle primarie con nome proprio, non sono direttamente inquadrabili col GoTo, ma occorre inserire le coordinate. Di più, occorre avere una lista di stelle doppie o oggetti SAO, conoscerne le coordinate, in modo da poterle inserire e puntare. In pratica è necessario l’ausilio di un planetario, nel mio caso installato sullo smartphone. Ma dico io, ma cosa aspettano ad implementare il menù nello starbook? Gli oggetti ci sono nel database, basta solo poterli richiamare. Parlando con l’assistenza Skypoint, mi hanno assicurato di aver comunicato tale esigenza alla Vixen che ha risposto (incredibile!) che valuteranno quando inserire tale aggiornamento. Speriamo lo facciano in fretta perché è una GRAVE lacuna.
Terza cosa: la nuova EQ3.2 SynScan: è stata la prima volta che Gianluca l’ha usata, comprata usata su Astrosell. Meccanicamente presentava un problema di accoppiamento del motore di A.R., risolto facilmente da Sergio con una brugola. Dopo tale intervento ha funzionato perfettamente, puntando tutti gli oggetti inquadrandoli al primo colpo con alto ingrandimento, un vero successo!
Ultimo aspetto della serata, lasciato qui per restare maggiormente impresso nella memoria: la presenza di Sergio! Bentornato amico mio!

Ringrazio della compagnia quasi tutto il GAT, assenti solo Fabrizio e Guido, e i miei genitori per l’ospitalità, sperando di ripetere al più presto.

Pannello di controllo

APOD

today.jpg

Sole - immagine corrente

Luce Bianca

latest_512_HMII.jpg

H-Alpha

latest_gong_color.jpg

Visitatori

Banner 300×250