Martedì, Maggio 6, 2014

Ci riprovo con un 80ED

Quando, pochi mesi fa, decisi di razionalizzare la mia strumentazione vendendo il mio 80ED oro, non immaginavo che poco tempo dopo lo avrei ripreso. E invece…
A conti fatti era meglio se lo tenevo, risparmiavo la fatica delle spedizioni e delle contrattazioni, ma sono andato sostanzialmente pari, per cui non mi pento delle azioni fatte.
Il tutto nasce dalla neonata curiosità verso il Sole, che oltre che essere interessante, aumenta la disponibilità osservativa. Il ché non è male visto che tra luna e nuvole non c’è una serata decente da tempo.

Avendo constatato che il piccolo acromatico 70/500 è inutilizzabile dato il suo fuocheggiatore ridicolo e ballerino, ho deciso di puntare su un obbiettivo più performante. Da principio ho guardato con interesse ai vecchi acromatici lunghi, tipo i vixen 80M o addirittura l’80L, ma sono risultati troppo costosi in relazione alle prestazioni che offrono, per cui, alla fine, il caro e vecchio skywatcher 80ED è stata una scelta adatta.

Ovviamente una scelta che ha più motivazioni: fotografia del Sole e fondo cielo a grande capo, e osservazione mordi e fuggi da balcone con montatura AZ.

Ieri sera ho provato il nuovo arrivato (che tra parentesi è la versione Black Diamond con ottica in FPL-53 e fuocheggiatore a doppia velocità, cosa che sul precedente 80ED non avevo) e l’ottica si è rilevata collimata oltre che molto corretta cromaticamente.
Ho infatti testato la resa su una bella falce di luna che è apparsa veramente disegnata. Veramente una bellissima visione, molto superiore anche a quella offerta dal Bresser 150mm acromatico in cui il cromatismo rovinava tutto.
Mi sono spinto fino a 120 ingrandimenti, utilizzando sia il Vixen LVW da 5mm che il Meade 3000 da 5mm. Entrambi gli oculari hanno reso la luna con un contrasto molto elevato, con un quasi impercettibile alone giallo sul bordo lunare utilizzando il Vixen, scomparso del tutto guardando attraverso il Meade, quindi la resa del telescopio, in visuale, è davvero apocromatica!
Un breve test sulle immagini di diffrazione ha evidenziato da principio un leggero astigmatismo, poiché l’immagine in intra tendeva ad allungarsi di lato ed in extra in lungo, ma poi ho constatato che era dovuto ad una non prefetto allineamento del diagonale: si, lo so, dovevo toglierlo ma non ho prolunghe e non potevo andare a fuoco altrimenti! Muovendo appena il diagonale e accoppiandolo con più precisione, l’effetto è scomparso, per la pace dell’anima…
Anche il mio vecchio 80ED oro sfoderava queste prestazioni, per cui non sono rimasto stupito, anzi, mi aspettavo questo risultato, ma quando si compra una cosa usata c’è sempre il timore che qualcosa vada storto, invece tutto ok!

Da ultimo l’ho provato col Vixen LVW da 72mm (14x, 4,76°, p.u. 5,60mm): una goduria vedere la luna incisa, piena di particolari, in un campo inquadrato davvero esteso e pieno di stelle, anche vicino al bordo lunare. Ma l’effetto wow è stato quello della zona in ombra: l’effetto della luce cinerea era evidente con la parte non illuminata evidente e con delle piccole stelle davvero vicine al bordo scuro (successivamente indagate ad alti ingrandimenti). Davvero una bella visione!

La mia attenzione poi si è spostata su Marte e Saturno: non sono certamente il campo adatto allo strumento, ma danno comunque una bella soddisfazione!
Su Marte era visibile la calotta polare e una sfumatura più scura nel disco bello rosso-arancio, mentre Saturno ha evidenziato, nei momenti di calma atmosferica, la divisione di Cassini. La serata era un po’ ventosa, gli ingrandimenti raggiunti non sufficienti a dare alla visione planetaria quella soddisfazione, ma come test direi che è più che sufficiente. Mi riserbo di provare lo strumento con una buona barlow in modo da raggiungere più elevati ingrandimenti e mettere alla frusta questo doppietto sui pianeti maggiori per poi dedicarlo al suo principale scopo: la nostra stellona!

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